Il vecchio Ponte è sito nella Valle del Cervaro, a pochi metri dall’antico Moleno, dalla Fontana Borbonica e dall’Antica Taverna del Ponte.
Informazioni
Ponte Romano sul Fiume Cervaro L’Antico Ponte è un esempio di ingegneria antica che combina tecniche costruttive romane con innovazioni del periodo rinascimentale. L’attuale struttura, voluta dal Duca Giovanni Guevara (1602-1631), è stata motivata dalla necessità di migliorare i collegamenti tra le aree interne e la Strada Regia delle Puglie che univa Napoli alla Puglia, evidenziando l’importanza delle vie di comunicazione per lo sviluppo economico e sociale dell’epoca. La struttura a tre archi a tutto sesto, con una generatrice circolare, non solo conferisce al ponte un’estetica armoniosa, ma garantisce anche una distribuzione efficace delle forze, rendendolo resistente agli eventi naturali come il terremoto che ne aveva causato un parziale crollo nel 1627. I materiali utilizzati, come il castagno per le palafitte di epoca romana, i conci di pietra, i ciottoli di fiume, la malta pozzolanica impastata con cemento pozzolanico,la calce e la sabbia di cava o fluviale e materiale litico, sono rappresentativi della tradizione edilizia locale, che sfruttava le risorse disponibili nel territorio. Il ponte, con i suoi parapetti che seguono la forma della carreggiata, non è solo una struttura funzionale, ma anche un elemento architettonico che arricchisce il paesaggio circostante. La sua storia e la sua costruzione riflettono le esigenze della comunità di Bovino nel XVII secolo, unendo nel tempo le tracce del passato con le necessità presenti e future. Oggi, il ponte rappresenta un importante patrimonio storico e culturale, testimonianza della competenza tecnica e del valore dell’ingegneria civica di un’epoca passata.
La parte centrale del ponte è tutt’ora fondata su palafitte di castagno.
Cenni storici
Questo ponte, come ricordava Giuseppe Ceva Grimaldi, primo ministro del Regno delle Due Sicilie sotto Ferdinando II di Borbone, nel suo Itinerario da Napoli a Lecce (1821), fu a lungo utilizzato come luogo di esposizione delle teste mozzate ai briganti della zona quale deterrente, non sempre efficace, verso nuovi malintenzionati.