Contiguo alla cattedrale, con accesso dal lato destro del transetto, si trova il Cappellone di San Marco, nel cui altare settecentesco sono conservate le reliquie del Santo patrono della città, San Marco da Eca.
Informazioni
Sebbene non si conosca la data specifica di costruzione dell’originaria chiesetta, si sa che fu eretta per custodire le spoglie del santo, traslate a Bovino probabilmente dopo la distruzione della città di Aeca nel 663. Nulla dunque si sa dell’origine della chiesa di San Marco, se non che essa fu consacrata nel 1197, come attesta un’epigrafe datata al 1703. Inizialmente annessa al presbiterio della cattedrale, ha subito diversi interventi nel corso dei secoli, culminati nei restauri degli anni ’30 del ‘900. Questi lavori hanno rimosso le aggiunte barocche, conservando solo l’altare settecentesco sul quale insiste la pala con la “Visione di San Marco” e un busto reliquiario di scuola napoletana del XVIII sec. contenente le ossa del santo. L’interno della chiesa presenta una navata unica, con un ampio presbiterio sormontato da una cupola, creando uno spazio elegante. Le pareti della navata ospitano monumenti sepolcrali di vescovi locali, testimonianza della storia ecclesiastica del borgo. Un elemento di particolare interesse è la fonte battesimale in marmo del XVII secolo, un dono della famiglia Guevara, che arricchisce ulteriormente il patrimonio artistico della chiesa. L’accesso al Cappellone avviene anche dall’esterno, attraverso un portale adornato da una lunetta a bassorilievo, rappresentante San Marco di Aecae, con i suoi attributi liturgici, mitra e pastorale, e i diaconi che reggono la suppellettile liturgica. Ogni anno nella giornata del 7 ottobre viene celebrato il patrono, San Marco; in questa occasione vengono esposti nella cappella due busti in argento e legno raffigurativi del Santo.
Cenni storici
San Marco fu vescovo della città di Eca (l’attuale Troia). Alla sua morte, per evitare che le sue spèoglie venissero contese tra le città di Lucera e Troia, i suoi resti mortali vennero affidati a un carro di buoi che reggiunsero Bovino. La leggenda narrà che quando il corteo funebre giunse alle porte di Bovino le trovarono chiuse, allora San Marco stesso mise un dito nel muro roccioso e queste si aprirono, consentendogli l’entrata. “Il buco di San Marco” esiste ed è un foro perfetto nella roccia, che raccoglie il limite del Rione Portella.